15 giugno – 9 settembre 2022
Il lavoro che Luca Campestri ha condotto durante i mesi di residenza si edifica attorno ad alcuni temi, fondanti nella sua pratica, che l’ambiente fortemente connotato del Palazzo ha plasmato e supportato: tra di essi l’idea di spettro in quanto presenza parziale, essere né vivo né morto, e ad esso adiacenti i temi di infestazione, coercizione ed esplorazione
interiore fanno sì che l’esperienza dell’open studio si conformi come l’esplorazione di un mindscape popolato di catalizzatori narrativi frammentari. La presenza infestante, divisa tra corporeità ostile, coercitiva e lacerante, e fisicità parziale, compromessa, delle opere-ambiente fa riferimento al concetto, centrale nella sua produzione, di hauntology. Il concetto derridiano indica la dimensione virtuale di ciò che non è più ma continua a manifestarsi nella realtà e ciò che non è ancora ma i cui effetti precedono la messa in atto: tali le modalità dell’essere hauntologico, diviso tra coazione a ripetere e disgregazione mnemonica. L’artista ha dunque realizzato degli ambienti all’interno dei quali opere fotografiche dotate di una presenza installativa si vincolano in maniera indissolubile alle sale di Palazzo Vizzani. Luca Campestri si è inserito nelle sale di Alchemilla innestandole e legandovi le sue opere, infestandone gli spazi nel tentativo di evocare una dimensione di soglia, un’eterotopia ambigua quanto la categoria di spettro. È presente come sguardo esterno durante la residenza Gino Gianuizzi, curatore e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Biografia
Luca Campestri nasce a Firenze nel 1999. Trasferitosi in giovane età nel forlivese, approda nel 2018 all’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel cui ambito frequenta il corso di Decorazione Arte e Ambiente. Diplomandosi nel 2021, vince il premio Art Up della Critica e dei Collezionisti promosso dalla Fondazione Zucchelli e si aggiudica l’anno successivo il Premio Zucchelli 2022, venendo così selezionato per partecipare ad un programma di residenza presso l’Associazione Alchemilla. Correntemente frequenta il biennio di Pittura Arti Visive nella stessa Accademia di Belle Arti di Bologna. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
La ricerca di Luca Campestri si serve prevalentemente dei media dell’installazione video, fotografica e sonora, convergendo in alcuni specifici temi quali il concetto di ripetizione, intesa come modalità di esistenza, come necessario processo di elaborazione della realtà, il concetto, strettamente legato al primo, di erosione, azione di degradazione minima ripetuta e costante, e quello di rumore in quanto disturbo fisico-percettivo, mnemonico e dell’informazione. Il concetto derridiano di hauntologie raccoglie ed esplica vari aspetti dell’opera di Campestri, questa si situa nella dimensione virtuale di ciò che non è più ma continua a manifestarsi nella realtà e ciò che non è ancora ma i cui effetti precedono la messa in atto: tali le modalità dell’essere hauntologico, diviso tra coazione a ripetere e disgregazione mnemonica. Spesso le sue opere si conformano dunque come il disgregarsi di immagini affettive che mantengono intatta l’impronta di una memoria.
Il progetto “Residenze Studio” viene realizzato con il contributo della Fondazione Zucchelli e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Il progetto è proposto in collaborazione con Gelateria Sogni di Ghiaccio di Bologna e KunstZ di Anversa, con il patrocinio del Quartiere Santo Stefano.